domenica 28 aprile 2013

CRISTIANO DE ANDRE' IN CONCERTO

"Oggi è un giorno nuovo / che se mi passi accanto
porti via anche il dolore. / Tienimi le mani
e dammi un po' di tempo / che passerà questo rumore.
Ci sarò / e proverò ad esser vivo e più forte che mai.
Tu dammi un segno, un aiuto / un aiuto soltanto."
(Cristiano De Andrè)



Andrea, il Barone, mi chiama venerdì e mi dice: ”Non è che ti interesserebbe vedere Cristiano De Andrè in concerto?” Eccome no!
Nel lontano 1993 comprai il suo disco che conteneva “Dietro la porta” perché mi era piaciuta tanto l'omonima canzone portata a San Remo e perché la sua faccia mi raccontava una storia.
Che bella sensazione: andare in compagnia ad un concerto, con la pioggia…quanto tempo.
Ecco le 21.30 si abbassano le luci e parte la musica.
L’emozione parte a mille…l’unico disagio è che non ho mai ascoltato un concerto seduta…
E invece è tutto ciò che non ti puoi immaginare:
© tripudio di luci colorate degne del miglior concerto rock: dal rosso fuoco tanto da sembrare sangue, a volte azzurro come il cielo, a volte verde smeraldo come l’erba e a volta bianco…ghiaccio…e i fasci di luci sembravano trafiggere, come coltelli taglienti, la figura di questo ragazzotto piegato nelle sue spalle sopra il pianoforte;
© la voce intonata, calda, rauca di fumo che ti entra nel cuore, soprattutto quando si apre al pubblico con parole melanconiche, di chi vede le sfumature della vita;
© un rock elegante, impegnato, di parole importanti: abbiamo cantato, ballato (sulle sedie), sussultato.
Suono, luci, melodie, strumenti…tutto era così perfettamente armonioso, canzone per canzone.
Poi finalmente prendiamo coraggio e alla fine dell’ultima canzone ci portiamo sotto il palco per vederci da vicino, per ringraziarlo del grande spettacolo, per farci dedicare un bis…e vedi lo stupore, quasi l’imbarazzo sul suo volto…
Ho sentito un musicista vero, di spessore (non avete un’idea della quantità di strumenti che ha suonato, persino uno, straordinario, a corde, arabo), un cantante dall’orecchio sopraffino che modula la voce come il violino che suona; uno spettacolo intenso che mi ha sospeso soprattutto per il  primo tempo, e non smetto di pensare: ”questo ragazzo ne ha di cose da dire!”
Ho visto famiglie intere, con bambini addormentati sulle sedie, una bimba di 5 anni aspettare l’autografo con gli occhi pesti di sonno ma arrabbiata perché la mamma la vuole portare a casa (avevano circa 1 ora e mezza per rientrare!!!!!!!!!!!!). Ho visto un padre ed un figlio di 17 anni che si abbracciano per cantare, gioire insieme, felici ed emozionati allo stesso modo…che ironia un padre ed un figlio…
Ho sentito un figlio ringraziare una madre che in nome del rapporto tra lui ed il  padre,  non ha denunciato le violenze, consentendogli di vivere la “poesia” di questo padre, uomo “sbagliato”  lui perchè alterato dall’alcool; ho visto un uomo fragile, confuso dal suo troppo sentire, dal suo troppo vedere…allo stesso tempo sua fortuna e sua disgrazia. Sì perché le parole e le musiche che ho sentito mi hanno toccato il cuore e forse avvicinato a lui, alla sua tristezza, alla sua delusione...sicuramente alla sua musica.
Che concerto!!!
Auguri uomo fragile: perché tu possa trovare sempre più Cristiano e sempre meno De Andrè.

PORTATORTE


"[...] è che a volte se sei solo poi ti accorgi l’appetito se ne va via,
è molto meglio cucinare l'ho scoperto in compagnia,
pronto in tavola e qualcuno per scoprirne la magia
ma da quando vivo solo ho dimenticato gli stufati succulenti, le patate al forno
i risotti, le scaloppe, la verdura intorno, le ricette di torta appena pasticciate
il patè di fegato, il salmone rosso, lo champagne, le aragoste, il ricco caviale
non ricordo nemmeno che sapore hanno, forse ho dimenticato come si fa a mangiare.
C’è chi ha il pane dolce, la sua fetta di torta,
c’è chi il pane lo ruba e il pane scende di prezzo
c’è chi lo lavora c’è chi fa fatica,
e c’è il sapore amaro del suo pane quotidiano."
(Alberto Camerini)


Una nuova collega, Roberta, ragazza dinamica e sportiva, con tante amiche e ancora il gusto di fargli regali pensati e personalizzati.
Quando scopre che io cucio per passione e che stavo preparandomi per il mercatino di Natale, mi chiede di aiutarla per i suoi regali.
E così lei inizia a pensare a qualcosa per ciascuno dei suoi amici ed io a realizzarglielo.





Tutto comincia con il portatorte di Eugenia, cuoca provetta e sempre pronta a portare le sue bontà ovunque.
Eccolo:
E’ pratico e resistente, realizzato in una stoffa di cotone pesante a righe … con dedica. 






Si può utilizzare in due modi:





- chiuso per le pirofile basse;










- aperto per le pentole alte come quella a pressione, comodissima per il trasporto (per me indispensabile per es. a capodanno per trasportare il brodo e la carne lessa che preparo abitualmente io). 
Aperta a dire il vero diventa anche una pratica sacca per la spesa.


Devo dire che mi ha dato molta soddisfazione perché non solo è stato l’articolo più venduto al mercatino, ma ha ricevuto diverse richieste di prenotazioni:
mia cognata l’ha voluta per le sue colleghe con una buffa stoffa con le mucche rosse; la Checchina l’ha voluta a righe rosso ciliegia e bianca con un bel bottone “biscotto”; sua zia l’ha voluta in una stoffa un po’ più sobria per una signora.
Ma quella che mi ha dato più soddisfazione è quella realizzata in jeans scuro: io l’avevo pensata per le ragazze giovani, vista la diffusione dei corsi di cake-design e invece è stata letteralmente presa d’assalto dalle signore di una certa età. 
Sarà stata la scritta argentata, l’applicazione del pizzo, sarà stata l’idea pratica ed economica, non lo so; so solo che è andata a ruba.




mercoledì 24 aprile 2013

NON TI MUOVERE

Non so se vi sia mai capitato di essere totalmente rapiti da un’immagine, una statua, una canzone o qualunque altra cosa, tanto da non riuscire a smettere di guardare, leggere, ascoltare… 
A me è capitato, qualche anno fa, con il libro della Mazzantini “Non ti muovere” (Premio Strega 2002). Ci siamo incontrati in Autogrill mentre andavo in vacanza in Sardegna. Distrattamente incontro questa copertina su una pila di libri infinita. Mi avrà colpita il colore, la ragazza con gli occhi chiusi…non lo so. So solo che mi ha chiamata. Aggiungi che non aveva avuto il tempo di prendere qualche libro dalla libreria nutrita di mio papà; che era in versione tascabile, perciò comodo per la spiaggia.
Insomma è stato amore a prima vista.

Baia di Chia, paesaggio stratosferico e io comincio…un pugno allo stomaco subito. Inizia infatti con un incidente di una figlia, con la adorata mamma lontana per lavoro e un padre “distante” che invece in quell’ospedale ci lavora.
Un uomo che deve affrontare tutto da solo: assistere alle vite, la sua e quella della figlia, appese ad un filo, decidere cosa, se e come dire alla moglie la notizia, l’attesa frustrante e logorante che riesce a scuotere le stabilità di quei precari equilibri creati, come solo un’evento eccezionale  sa fare, rievocando un’antica passione dimenticata …per sopravvivenza.
La storia di un uomo come tanti, di una famiglia come tante, raccontate con la precisione di un chirurgo (come è Timoteo il protagonista): una donna scrive come un uomo la storia di un uomo, di una passione amorosa “bestiale”, triviale, disarmante con un linguaggio crudo, immediato, razionale, a volte osceno.
A distanza di anni mi si è forse sbiadito il contorno preciso della sequenza degli eventi e dei dettagli (non ho mai amato i riassunti) ma non posso dimenticare ciò che mi ha fatto provare leggerlo, quel totale rapimento della mia attenzione; ho pianto, tanto.
Come disse Vivian in “Pretty Woman” dopo aver visto per la prima volta l’opera a teatro: “Mi si sono aggrovigliate le budella”.
Ogni volta che lo spolvero in libreria mi prende ancora un tuffo al cuore, e non posso non annusarlo perché sa di mare e dentro, tra le pagine, c’è ancora qualche granello di sabbia, così mi vengono in mento quelle meravigliose spiagge sarde che gli hanno fatto da cornice.

“Voglio trovare un senso a questa sera / Anche se questa sera un senso non ce l'ha
Voglio trovare un senso a questa vita  / Anche se questa vita un senso non ce l'ha
Voglio trovare un senso a questa storia / Anche se questa storia un senso non ce l'ha
Voglio trovare un senso a questa voglia / Anche se questa voglia un senso non ce l'ha
Sai che cosa penso / Che se non ha un senso  /
Domani arriverà... / Domani arriverà lo stesso
Senti che bel vento“
(Vasco Rossi)

martedì 23 aprile 2013

ABC CUCITO: 8) CRAFT-ROOM E ALTRO

Se avete iniziato a cucire e ad esercitarvi come vi ho suggerito, immagino che cominciate ad avere bisogno di altri consigli pratici.
Ecco questi sono quelli che io credo indispensabili, o meglio che lo sono stati per me, sì perché da quando ho iniziato a capire che dovevo fare così, tutto ha cominciato a girare molto più facilmente.

©      ORGANIZZAZIONE

Siete in tante a dirmi che il vostro vero problema sono i mariti, compagni o genitori che cominciano a sbraitare per il disordine costante e i fili dappertutto e  che le stoffe stanno sostituendo i libri in soggiorno.
Tranquille è solo un' altra occasione per dare sfogo ancora una volta alla vostra creatività: l'organizzazione è davvero alla base d
i tutto, ma la fantasia può rendere tutto speciale.

Queste sono immagini di craft-room che ho trovato su pinterest per ispirarvi un po' e devo dire che ci sono degli angoli veramente coccolissimi, ma non crediate: nonostante tutto l'impegno che ci metterete, non sarà mai così in ordine (forse solo quando sai di andare in vacanza per un po', sempre che tu non faccia come la mia amica Va...lentina che la "stanza" se la porta dietro anche in campeggio).
Io non volevo spendere troppi soldi e così ho dato inizio alla "raccolta differenziata": ho cominciato a ripensare oggetti della quotidianità come vasetti di ogni tipo (ideali per i bottoni e minuterie), contenitori di plastica con coperchio, tipo quelli della mozzarella o i vecchi tapperwear (ideali per spolette, raccolta filati etc.), scatole di latta per i nastri nuovi o avanzati, scatole delle scarpe dei bambini...ceste della frutta....vecchie valigie e bauletti da pic-nic...
Comunque non è vero che serve tanto spazio...all'inizio...ma sicuramente non possono mancarti un armadietto o un bauletto dove tenere le stoffe che usi e che avanzi (cerca sempre di riutilizzarle altrimenti davvero non ti muovi più); un tavolo comodo per tagliare e cucire, una buona illuminazione, cestino capiente e una scopa sempre pronta. 
Poi quando hai tempo cominci a dare un tono e una tonalità anche alla stanza, cominci a scrivere etichette su ogni cosa e tutto comincia a prendere forma, a sapere di te...
E come per incanto ti accorgi che passi più tempo lì nel tuo angoletto, dimenticando spesso i tuoi "doveri" quotidiani. Sì è meglio che includiate nella dotazione una bella sveglia, magari di quelle di una volta che fanno un tic-tac bello rumoroso che ti fa capire che il tempo passa.

Questo è lo spazio speciale che ho a casa mia: la chiamiamo "stanza degli hobby" dove io cucio, incollo e scrivo, mentre i miei ragazzi giocano, colorano, tagliano ... dove possiamo sporcare senza problemi, sperimentare, condividere ... e spesso lasciare lì senza riordinare, perché il vero problema è che quando crei il tempo vola.

©      ISPIRAZIONE

Nessuno nasce imparto, quindi, non vergognatevi ad andare nelle mercerie o nelle edicole a cercare qualche rivista di cucito creativo che vi possa piacere: forniscono dei tutorial abbastanza asciutti e scarni il più delle volte, ma anche questo serve per affinare l’astuzia e l’ingegno…e magari a volte si rielaborano senza saperlo tecniche nuove che potrebbero diventare l’inizio del tuo marchio di fabbrica.
Anche internet offre molto: trovi tutorial di ogni genere, a volte anche molto dettagliati, e per iniziare è davvero utilissimo.

©      CHIEDERE CONSIGLI

Non vergognatevi neanche di chiedere consiglio ad altri: per esempio io ho trovato un negozio che vende stoffe e macchine da cucire e tutto il materiale per il cucito creativo; sta a 40 km da casa ma la gentilezza delle ragazze e la loro bravura è messa a disposizione delle clienti: pensate si può andare là con i propri progetti e chiedere a loro consigli per ultimarli e lo puoi fare lì con loro, con le loro macchine da cucire, da ricamare…E’ da loro che mi è venuta l’ispirazione di questo post: Anna Maria mi conferma di non aver trovato spesso gentilezza e risposte alle sue richieste di aiuto e mi incentiva ad andare avanti su questa strada perché a volte non sapere come uscirne ti demoralizza.
Non dimenticate i mercati rionali: io ho trovato delle ragazze che mi danno davvero tante idee e consigli pratici, mi aiutano a trovare soluzioni con la veracità di chi ti dice ciao anche se non ti ha mai vista prima.
Quindi cercate risposte, domandate e selezionate le persone disponibili a farlo.

©      EDUCAZIONE CUCITO CREATIVO

Questo titolo vuole richiamare le materie scolastiche tipo “educazione artistica” etc: con questo intendo dire che chi vuole davvero farne un lavoro o, come me, ha un po’ manie di perfezionismo, è davvero utile cominciare da un corso, anche molto semplice e banale, di cucito dove impari a mettere bottoni (anche a mano), saper fare dei punti a mano essenziali (il punto nascosto o sottogito: indispensabile per il cucito creativo nella famosa tecnica del “rovescio contro rovescio poi giro”). Servono la tecnica, l’esperienza e soprattutto avere qualcuno che ti traduce i tuoi errori (dove ho sbagliato? Eppure ho fatto come mi hai detto!).
Ma se non avete disponibilità di tempo e denaro (a volte costano moltissimo) o semplicemente volete fare un po’ le autodidatte, vi consiglio comunque di acquistare un libro che insegni le basi: provate a pensare di dover confezionare una tendina da cucina. Vi sembrerà banale magari, infondo si tratta di un semplice rettangolo; ma appena arrivi a pensare in concreto ti trovi di fronte già alla difficoltà di molte scelte: quanto lunga, da dove devo partire per misurare la finestra, che finitura faccio etc. Lo stesso per una tovaglia o dei “semplicissimi” tovaglioli.
Io ne ho trovato uno vecchio della mia mamma: parla di tende, cuscini, lenzuola, federe. Mi è stato utile anche per impostare queste pagine di consigli e tecniche e mi ha aiutato in tante situazioni critiche suggerendomi la via più facile.
A volte anche le mercerie propongono dei corsetti per creare dei piccoli progetti con costi accessibili (spesso paghi solo il kit del materiale): io li faccio sempre volentieri, tempo permettendo, perché non solo mi consentono di sperimentare tecniche che magari non conosco con personale qualificato, ma anche di restare aggiornata sui materiali nuovi per l’Italia perché sono cose che le straniere già usano da tempo e qui non sai neppure dove trovarle.

©      PIEDINI DELLA MACCHINA DA CUCIRE

Ci sono molti materiali utili davvero per semplificare il lavoro a macchina, altri anche non necessari. Per esempio trovate dei piedini in commercio che aiutano come quello per il teflon, il doppio trasporto se non lo avete nella macchina, ma soprattutto quello per mettere i nastri. L’ho scoperto per gli asciugamani: non uso più neppure i  bordatori da quando ho lui.
Però attenzione sempre a farsi consigliare: ogni macchina veste piedini specifici, e, visto che costano molto, chiedete se potete provarli ed eventualmente cambiarli se non vi sembrano utili. A volte ci si comprano delle cose assolutamente inutili.


Ok mi sembra di avervi detto tutto. Ma se vi serve qualche altro suggerimento sapete dove trovarmi.

Baci

lunedì 22 aprile 2013

IL GIROTONDO

“Cristo ha l'anima di un arlecchino / Tutti i colori dell'arcobaleno
Eh si, forse è proprio cosi
Sarà vero / che il colore è solo luce
E la luce è la speranza
E che siamo noi / la speranza
Camminando noi / verso il sole
Dentro il sole che salirà”
(Gino Paoli)

 


Il gruppo famiglia “Il Girotondo” è andato in pensione e così abbiamo pensato di celebrare l’esperienza meravigliosa e difficile dell’affido che è stata vissuta qui…ciascuno con/per il proprio ruolo.
E’ qui che ho conosciuto il coraggio di mollare tutto per un sogno, la dedizione pura per/a gli altri,  il senso di fallimento quando le forze venivano a mancare. Dove si è compiuto il possibile e l’impossibile, il dovuto e non dovuto, le cose giuste ma anche quelle sbagliate.
Dove si sono costruiti delle donne e degli uomini e si sono consumate delle famiglie.
Ho visto convivere razze, etnie, colori della pelle, religioni diverse…tanto diversi ma anche tanto uguali nel dolore che si portavano dentro.
E’ qui che ho assaggiato il mondo reale.
Sono stati versati sudore, per costruire e ristrutturare la casa, per seguire i ragazzi e farli crescere nella quotidianità, lacrime di fallimento e frustrazione, urla di disperazione…ma anche lacrime di gioia, soddisfazione per aver dato comunque, a modo nostro, ciascuno con il proprio ruolo, una chance a questi ragazzi, un’occasione per vivere la FAMIGLIA come qualunque figlio si merita.
Qualcuno non ha colto subito, ha dovuto tornare nel mondo per farlo, altri invece lo hanno fatto sin da subito, altri non ce l’hanno fatta a recuperarsi…qualcuno sta ancora lottando con se stesso.
Tutti noi, che una mano per chiudere il cerchio l’abbiamo portata, ci siamo sentiti bene ieri, perché  abbiamo respirato quell’aria che respiravamo allora…facendoci riassaporare la motivazione che ci spingeva ad esserci, a farne parte.

Un progetto condiviso con amici nuovi ma soprattutto con gli amici di sempre.
Quanti abbracci, quanti baci, quanti imbarazzi…ri-conoscere tutti questi ragazzi, oggi uomini e donne, conoscere il loro passato, triste, difficile, e non conoscerli affatto, ma sapere che qualcosa gli hai lasciato, fosse anche solo un piccolissimo ricordo di una domenica passata insieme.

Grazie Diana e Giampietro, mi sono sentita utile, mi avete fatta sentire utile: sono cresciuta anch’io con voi, prima cercando di  “imitarvi” pur pensandovi irraggiungibili e poi sostenendovi nelle umanissime scelte e (in alcune) difficoltà in cui vi ho visto.
Ma soprattutto grazie ragazzi per l’esempio che siete stati per me! Guardando voi, ieri, ho capito cosa significhi essere padroni della propria vita, quando si dice che volere è potere…

Mi sono mancati i tanti assenti, il mio pensiero e il mio abbraccio va anche a loro e un grande grande augurio per la loro vita e quelle che avranno accanto.
Spero possiate sempre sentire "il girotondo" stringersi attorno a voi.

Baci


domenica 21 aprile 2013

PORTAPOSATE


"I've taken my bows / And my curtain calls
You brought me fame and fortune
and everything that goes with it
I thank you all / But it's been no bed of roses
No pleasure cruise
I consider it a challenge before the whole human race
And I ain't gonna lose / Won and won and won
We are the champions, my friends
And we'll keep on fighting, till the end"
(Queen)


Sono davvero soddisfatta del mio nuovo progetto.
Mi hanno chiesto di creare dei portaposate per il servizio d’argento: un complemento importante per un regalo davvero prezioso, quanto il matrimonio della sorella.
La sposa è una persona molto eclettica e moderna che fa la designer industriale, peraltro premiata già in qualche occasione.
Mi sentivo un po’ di peso sulle spalle.
L’unico indizio che avevo era che il servizio di piatti è il Royal Copenhagen…sì questo mi poteva bastare: per quanto rivisitato in chiave più moderna e stilizzata, resta un classico.
E così vado dal mio caro amico di stoffe de “I due Pomi” (in realtà non gli ho mai chiesto perché questo nome per un negozio storico di stoffe!) e gli faccio tirare giù di tutto e alla fine eccola, è lei: Toile de Jouy blu.
E’ una stoffa classica quanto basta (d’altra parte il portaposate del servizio d’argento è una cosa che ti resta fino alla morte e forse anche oltre), e tornata peraltro molto di moda nelle riviste di arredo chic.
Ecco il risultato.
 

Uno l'ho confezionato con prevalenza della tonalità blu quindi è stato impunturato in blu e abbellito con un nastrino in raso blu; l’altro, invece, con predominanza di bianco quindi impunturato in bianco e con nastrino in raso in tonalità.
Entrambi all'interno hanno una morbida flanellina bianca con scomparti per contenere 40 posate.

Belli, eleganti…un’ottima idea regalo alla quale non avevo mai pensato, ma suggerito dalle idee brillanti della mia cara Maria.

giovedì 18 aprile 2013

ll colore lilla

Della lavanda vi ho già  detto, ma non so perché quest’anno non riesco proprio a farne a meno di questo colore.
Ecco cosa sono riuscita a fare tra un lavoro e un altro:



Anello con bottone anni 70 originale, scovato nel negozio storico di bottoni della mia città.
Qual'è la novità? E’ cucito e non incollato. Chiccosissimo!
Non ho ancora le foto, ma vedeste la nuova confezione regalo (non quella che vedete in foto)………



Ospite in morbidissima spugna con manopola: adatto per i bambini ma anche per una ragazza dinamica, che ama i colori “profumati” per il suo bagno.
Ahhh! Che odore di buono!



“tu non farmi questo errore vivi sempre nel momento
cogli il giorno e tanto amore cogli i fiori di lilla'"
(Alberto Fortis)
 

martedì 16 aprile 2013

ABC CUCITO: 6) SHOPPER E ASTUCCIO

Scusate mi sono accorta di non aver pubblicato questo post. Lo faccio ora. Lo dedico ad Anna Maria, una nuova amica di blog (una volta esistevano gli amici di penna...come cambia il mondo!) che spero trovi qualche risposta in più ai suoi dubbi.

Oggi vorrei dimostrarvi quanto importanti siano le tecniche di cui abbiamo parlato.
A) La tecnica della
cucitura dritto contro dritto e poi risvolto”
è la tecnica base di quasi tutto (le eccezioni sono veramente pochissime): ad es. l’americanina, un semplice sacchettino, una borsa, i cuscini, come abbiamo visto etc. Partite da qualunque tutorial che vi interessi e lo potrete vedere.
Ecco un esempio:
©      La shopper

Servono due teli della stessa misura; due strisce di stoffa per i manici della lunghezza e larghezza che desiderate; filo e macchina da cucire.
Fate uno zig zag tutto intorno ai due teli in modo che la stoffa non sfili.
Mettete i due teli dritto contro dritto e cucite tutto intorno su tre lati;
preparate i manici piegati a metà dritto contro dritto e risvoltate facendo uso di un bastoncino, un mestolo o un ferro da maglia.
Raddrizzate al dritto il sacco e prendete le misure di dove volete applicare i manici e fissateli con gli spilli.
Risvoltate il bordo e cucite tutto intorno.
Al dritto cucite i manici in modo da creare un quadrato; per rinforzarlo potete fare anche una cucitura ad x nel centro.

B) La tecnica dell’
applicazione della cerniera
è evidente a tutti quanto utile sia oltre che per i cuscini,
come abbiamo già visto, anche per altre creazioni come gli
astucci, le borse etc.
Ecco un esempio:
©      ASTUCCIO con cerniera nascosta

Stoffa rettangolare 64 cm x 38 cm
Cerniera della stessa lunghezza della stoffa
Prendere la stoffa e piegarla a metà. Stirare la piega e tagliare le due metà.
Fare per lungo una piega di 1 cm doppia (piegare 2 volte) e stirare.
Poggiare i due pezzi di stoffa sulla cerniera parte per parte in modo che le pieghe vadano a coprire la cerniera.
Fissare con degli spilli la stoffa alla cerniera (posizionati in perpendicolare rispetto alla cucitura con la punta sulla cucitura) per tutta la lunghezza e poi cucire.
Cominciare a cucire la cerniera su un lato inizialmente aperta per metà.
A metà cerniera far scendere l’ago, alzare il piedino, chiudere la cerniera e ricominciare a cucire.
Far seguire il tessuto dalle dita in modo che i dentini della cerniera restino coperti e togliere mano a mano gli spilli.
Sull’altro lato procedere con la cucitura sempre tenendo il lavoro sulla sx.
Dopo aver cucito le due parti della cerniera far combaciare il tessuto tenendo la cerniera in alto e piegandola di lato e cucire tutto intorno e girare al dritto. (N.B. ricordarsi di aprire la cerniera prima di finire la cucitura sul rovescio altrimenti non riesce ad aprire il lavoro per girarlo al dritto).
b) PIEGA PER ARRICCIARE
Far combaciare la cucitura del fondo con la cerniera (schiacciando il lavoro sul tavolo) e creare i faldoni piegando il tessuto parte per parte facendo in modo che la piega non superi la metà (infilare le dita per far rientrare il lavoro armoniosamente). Fissare con degli spilli.
Fare 2 cuciture dritte dai due lati corti per fissare i faldoni e le asole lasciando un po’ aperta la cerniera per poter risvoltare. Fare anche uno zig zag per rifinire.
Risvoltare.

Ora date sfogo alle vostre idee: comprate stoffine e cerniere in tinta e piano piano iniziate...non smetterete più.

sabato 13 aprile 2013

Terrazzo fiorito


Mi hai lasciato senza parole / come una primavera
e questo è un raggio di luce / un pensiero che si riempe / di te.
E l’attimo in cui il sole / diventa dorato / e il cuore si fa leggero
come l’aria prima che il tempo / ci porti via
ci porti via / da qui”
(Elisa ft Giuliano Sangiorgi)
 
Finalmente il sole….e tanta tanta voglia di  primavera.
Avete mai visto quegli splendidi terrazzi pieni di fiori tutti uguali, tutti perfetti …così ordinati, perfettamente coordinati come questi.
E così tiro fuori la terra e le piante che avevo comprato domenica scorsa nella vana speranza che la primavera fosse finalmente arrivata e con i miei ragazzi ci dedichiamo al giardinaggio o dovrei dire “terrazzaggio” ed ecco il risultato.


Il colore non manca, ma soprattutto non poteva mancare il profumo.
Ci sono le margherite di Federico, le primule della mamma, la begonia gialla della Valentina, le margherite, mai viste prima, scelte da Matilde e ovviamente la lavanda e la liquirizia scelte da me. Meravigliose, profumo intenso e inebriante.
Ah, ci sono anche i ciclamini del mio matrimonio: direttamente dall’altare a casa mia come veri compagni di vita matrimoniale.
Stanno in questa casa almeno quanto me, abbiamo le stesse radici.
Baci

mercoledì 10 aprile 2013

Vola, vola, vola...


Federico per la prima volta è andato ad un torneo di rugby ad Arezzo senza di noi, per due giorni, affidato alla squadra.
Ovviamente è andato tutto bene, anzi...
Ma  io non posso smettere di pensare: 8 anni…mi sembra ancora piccolo…poi mi domando: ma qual è l’età giusta per lasciarli andare, crescere, per capire che non è giusto renderli dipendenti da noi?
Mi viene in mente una pagina di Gibran, famosa, da "Il profeta". Questa:

"I vostri figli non sono i vostri figli.
Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di sé.
Essi non provengono da voi, ma per tramite vostro,
E benché stiano con voi non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri,
Perché essi hanno i propri pensieri.
Potete alloggiare i loro corpi ma non le loro anime,
Perché le loro anime abitano nella casa del domani, che voi non potete visitare, neppure in sogno.
Potete sforzarvi d'essere simili a loro, ma non cercate di renderli simili a voi.
Perché la vita non procede a ritroso e non perde tempo con ieri.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono lanciati come frecce viventi.
L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito, 
e con la Sua forza vi tende affinché le Sue frecce vadano rapide e lontane.
Fatevi tendere con gioia dalla mano dell'Arciere;
Perché se Egli ama la freccia che vola, ama ugualmente l'arco che sta saldo."

Non lo so.
Mi sembra di aver cominciato almeno un pochino.
Ma che difficile!

martedì 9 aprile 2013

Quando si dice "Provvidenza"

“Cos'avrò fatto mai / di tanto strano,
perché tu capitassi / proprio a me?
O sono / di un gran bello io,
o si era un po' / distratto Dio
quel giorno... “
(Vecchioni)
Hey le cose mi stanno girando dalla parte giusta. C’è da non credere.
No anzi è da credere ancor di più: se non è Provvidenza questa!
Certo la puoi chiamare caso, fortuna, convergenza astrale, ma per me tutto torna sempre alla stessa Persona.
Mi sento solo di ringraziare e di …fare in modo di essermelo meritato.
Purtroppo avrò molto meno tempo per il blog perciò l’appuntamento del martedì con l’”ABC CUCITO” sono costretta a rallentarlo e quindi vi aggiornerò.

Baci

ABC CUCITO: 7) LE AMERICANINE

Oggi, sempre in applicazione delle tecniche proposte in precedenza vi propongo il tutorial per creare delle americanine.
Come sempre io non fornisco misure perché vorrei che alcune cose le pensiate voi, ma vi dirò ciò che serve:
cotonina in fantasia
cotonina tinta unita
ondina in tinta.


©  Sormontate le cotonine della stessa misura (un sopra e un sotto) dritto contro dritto e cucite tutto il perimetro ad eccezione di una ventina di centimetri per rovesciare al dritto.

 
© Rigirate al dritto ed estraete gli angoli aiutandovi con un ferro da maglia o un bastoncino (se non dovessero uscire perfettamente aiutatevi anche con uno spillo).




e stirate prima tutte le cuciture in modo da appiattirle. 


 

© Aiutandovi con il piedino per i punti invisibili impunturate tutto il perimetro al dritto (se usate gli aghi da quilt ed un punto un po’ più lungo l’effetto è assicurato).


©  Con l’aiuto di un decimetro segnate la distanza a cui volete fissare l’ondina e piano piano cucitela tutta intorno.



Per i tovaglioli:


©  Con l’aiuto di un decimetro piegate al doppio il bordo, fissate gli angoli con gli spilli e stirate in modo che i bordi si appiattiscano.




Che ne dite? Un gioco da ragazzi!
Divertitevi con gli abbinamenti perchè: più ne farete, più imparerete.

Baci