giovedì 28 febbraio 2013

Dedicato a...





"Oh splendida giornata, che comincia sempre con un'alba timida,
oh splendida giornata, quante sensazioni
o quali emozioni vuoi
poi alla fine ti travolgerà" (Vasco Rossi)


Non riesco a togliermi questa canzone dalla testa.
Sì, è stata proprio una splendida giornata, iniziata all'insegna di pasticcini, caffè e creatività in compagnia di Iris e le sue ragazze, proseguita con l'incontro con una persona che non vedevo da tempo e che in un certo senso mi mancava...una persona che, se conosciuta in un’altra circostanza della mia vita, sarebbe stata senza’altro un amico.
Sai quelle persone che entrano nella tua vita con un ruolo ben preciso ma che col cuore le avverti in un modo diverso, che finisci per perdere ma che non riesci ad abbandonare.
Un omone forte, serio e inamidato, con la sua pesantissima borsa ventiquattrore in mano, che intimidisce al solo sguardo; un’apparenza che contraddice completamente la vera natura dell’uomo che c’è dentro al cappotto, del quale ti sorprende il tono basso e misurato della sua voce, la capacità di ascolto e di mediazione, la voglia di sdrammatizzare.  
Mi ha spiegato tanto, con dedizione, ha messo a mia disposizione la sua preparazione e competenza, mai pontificando, mi ha rimproverata e ripresa severamente, sempre nel rispetto della dignità di chi subiva…guardando negli occhi sempre… aggiungendo con la faccia ciò che le parole non arrivavano a dire.
Ho avuto la sua stima, il suo riconoscimento; ha condiviso la mia delusione, la mia amarezza, le mie lacrime, compassionevolmente.
Mi piaceva parlare con lui, mi ritrovavo nei suoi racconti puri fatti di amore, rispetto e gioia di chi apprezza ciò che ha, ciò che fa, di chi gli sta accanto, che vede le sfumature della vita, delle semplici vacanze in famiglia, del vecchietto che costruisce le civette di legno, del bosco di fronte alla casa in montagna...
Non voglio dimenticare ciò che ha fatto per me, non dimenticherò le sue parole, ricorderò la sorpresa del suo abbraccio forte prima di lasciarci…
Pensando a lui ho iniziato questo:



Porterò con me a lungo la sensazione di affetto che ho provato ogni volta che l'ho rivisto, così come porto con me ancora impresso il mio amato professore delle superiori, ormai Giovanni per me, perchè lui è diventato davvero un amico una volta uscito dal suo ruolo istituzionale.
Con lui ci siamo aperti nel pieno dei nostri turbinii ormonali, delle domande esistenziali, di "dove va il mondo", "cosa posso fare io"; lui mi ha fatto conoscere cose che non si trovano nei libri di scuola, i libri della "coscienza" quelli che se non li leggi in quell'età non li leggi più (come "Siddharta"), la musica come poesia, come protesta (i vari Guccini, Bertoli, Battitato, Lolli); lui che invece si trovava nella fase della sua maturità che lo portava a sedersi e a non credere più in certe cose.
Gli scrissi una lettera un giorno per dirgli "Non fermarti" che ogni volta che mi vede mi ricorda, oggi più "vecchio" e stanco di allora, ma sempre il mio Giovanni, che mi prende per mano o sottobraccio perchè la sua timidezza non gli concede di più. 
Ci accolse in casa sua condividendo con noi la sua vita quotidiana, viziandoci con le tortine di cioccolata e qualche ripetizione per l'esame di maturità...sembra che siano passati secoli.
Non era epoca di cellulari e così per farsi sentire presente ci regalò una cassetta con delle canzoni, ognuna dedicata a uno di noi; la prima era per me: "Culodritto" di Guccini.
Oggi, con questo cuore pieno di emozione, io dedico a loro, ai miei "amici speciali", queste parole:
  
“Una stretta di mano, tuo figlio che ride,
la pioggia d'agosto  e il rumore del mare,
un bicchiere di vino insieme a tuo padre,
aiutare qualcuno a sentirsi migliore […]
la vita rimane la cosa più bella che ho...
E da qui
non c'è niente di più naturale
che fermarsi un momento a pensare
che le piccole cose son quelle più vere
e restano dentro di te
e ti fanno sentire il calore
ed è quella la sola ragione per guardare in avanti
e capire che in fondo ti dicono quel che sei”.
 
                                                                                                                                 Nek    

martedì 26 febbraio 2013

ABC CUCITO: 2) SCEGLIERE LA MACCHINA DA CUCIRE


Per il secondo appuntamento del martedì per l'"ABC del cucito" parleremo se effettivamente è solo questione di macchina da cucire.
Mi sono sempre arrabbiata con chi mi diceva: “Ma scherzi, una macchina da cucire da supermercato?” Beh, che c’è di male?
La maestra del mio corso, sarta d’esperienza, fa ancora tutto a mano, che sarà mai. Ed io, ovviamente, ho cominciato facendo proprio così.


Ho comprato una macchina elettrica al discount spendendo 75,00 € e con lei ho fatto tutto il corso di cucito e tutte le mie prime creazioni “d’esercizio” fino alle mie vere creazioni del mercatino: insomma per quasi due anni è stata la mia compagna fedele.
Ho ricoperto i vecchi sacchiapelo per la roulotte, cucendo strati che non pensavo neppure si potessero cucire; ho creato il mio primo coprimacchina imbottito, ho creato dei poncho di spugna per i miei bambini…insomma tutte cose di …un certo spessore…e non è servito il doppio trasporto e non ho rotto alcun ago o altro!
Certo come tutte le cose (e le persone!) ha dei pregi e dei difetti.
E’ un trattore nel senso che non è molto silenziosa e non ha il bottone per rallentare il trasporto, ma è anche vero che proprio per questo mi ha insegnato a misurare molto bene il peso sul pedale per regolarmi da sola sulla velocità della cucitura: in certe occasioni può diventare un elemento determinante!
Dispone, inoltre, di una serie di punti che per le applicazioni hanno dato un risultato fantastico (me lo riconoscono anche le “amiche con stoffa”): non ne ho trovati di così belli in nessun’altra macchina.
Fra l’altro ho potuto recuperare alcuni piedini della vecchia macchina  da cucire di mia mamma permettendomi di risparmiare un sacco di soldi.
Io ho fatto questa scelta perché non avevo mezzi e non sapevo quanto avrei investito su questo nuovo hobby, ma soprattutto non me ne sono pentita per niente.
Con i soldi del primo mercatino di Natale sono riuscita a comprarmi una macchina elettronica molto sofisticata usata da mia mamma che ne voleva una più semplice ma che costava un vero sproposito...che mito... e così io mi sono "tenuta" la sua "vecchia".
Nelle istruzioni la chiamano “computer sewing” e non nascondo che agevola davvero molto il lavoro ma, se devo dirla tutta, è anche un po’ noiosa perché fa tutto da sola: addirittura non uso più neppure il pedale! (il che la rende comoda per le pulizie e per il trasporto in giro). Inoltre ci ho messo un pò a leggere tutto il libretto delle istruzioni, per mia fortuna scritto bene, ma come si sa, la pazienza è la virtù dei forti. 
Quindi, amica mia, ciò che ti posso consigliare è:

© Esercitati per un po’ con una macchina di qualcuno per capire quali sono le tue esigenze;
© Orientati sul tipo di cucito che intendi praticare (quilt, patchwork etc.) perché la macchina dovrà seguirti;
© Fatti consigliare da gente esperta e non badare ai gadget delle proposte commerciali, ma valuta i dettagli: magari non ha l’indispensabile per te;
© Non perdere di vista il budget;
© Armati di pazienza e per un po’ segui passo a passo le istruzioni e cerca di capire le potenzialità della macchina che hai scelto: a volte per pigrizia si usa come quelle semplici pur avendo speso parecchio.

Infine ricorda: la differenza la fai tu, la tua esperienza, la tua fantasia e la tua creatività.

domenica 24 febbraio 2013

Ortolando

Un giorno un sms di un amico dice: “Che daresti per avere un orto?”
Beh, non lo so…soprattutto non saprei da dove cominciare…ma provando…
Ma come fai a dire di no ad un posto così?



Ci siamo lasciati prendere dall’entusiasmo, al pensiero che i miei figli sono figli di città, d’appartamento e non vorrei che un giorno mi dicessero “L’insalata nasce al supermercato vero mamma”. E così partiamo all’avventura.


  
 “Respirerò, l'odore dei granai e pace x chi ci sarà e per i fornai
pioggia sarò e pioggia tu sarai i miei occhi si chiariranno e fioriranno i nevai.
Impareremo a camminare
per mano insieme a camminare domenica.”




E’ stato tornare al ritmo naturale delle cose, al contatto con il verde, con la terra, con il silenzio…come si entrava lì la pace  ci pervadeva e ti faceva sentire leggera, utile, felice.
I miei figli hanno scavato con le mani, hanno “spostato “insetti, zappato la terra, seminato insalata, fagioli, patate, piantato pomodori, peperoni, finocchi, hanno tolto erbacce, si sono stupiti della dimensione delle zucchine, hanno annusato le verdure appena raccolte; hanno assaggiato le carote praticamente sporche di terra.
Hanno imparato ad arrampicarsi sugli alberi per raccogliere i frutti, ad usare gli attrezzi, hanno imparato a guardarsi attorno, ad esplorare.
Hanno fatto merenda sotto l’ombra del salice, si sono lavati le mani sporche di terra e rinfrescati dal calore dell’estate nell’acqua del fiume…fresca…Wow!!!!!!
E' stato fantastico, è durato poco ma è stata un'esperienza unica davvero!

martedì 19 febbraio 2013

ABC CUCITO: 1) DOTAZIONE ESSENZIALE

Siete tante lì che vogliono iniziare ma non sanno da dove cominciare,  prese da mille dubbi su cosa serve e mille altri. E allora eccomi: ho deciso di dedicarvi dei consigli utili, quelli che se li avessi avuti anch’io quando ho iniziato, mi sarei evitata qualche fregatura, qualche acquisto incauto o del tutto inutile.
Tenete presente che essere ARTISTE DELL’HANDMADE significa esprimere la propria personalità anche con l’applicazione delle tecniche in modi originali tanto da creare LA DIVERSITA’, L’ORIGINALITA’ e L’ESCLUSIVITA’.
Non c’è nulla di uguale a se stesso, neppure quando riproduci le tue creazioni mille volte: c’è sempre un dettaglio che le rende diverse.
Quindi comincerò da qui, cercando di essere il più possibile pratica.


1) LA DOTAZIONE ESSESENZIALE DI PARTENZA.

In realtà non serve molto a mio parere: primo perché se vedi i prezzi dei materiali, ti spaventeresti subito e secondo perché nulla vale di più che esercitarsi con pochi mezzi per industriarsi a risolvere qualche difficoltà, proprio per fare esperienza e porsi delle domande corrette al fine di correggere gli errori.

©  PER MISURARE E TAGLIARE

Ø      Forbici buone: una grande e una da ricamo piccola con punta appuntite: mi raccomando da usare solo per la stoffa e non usarla per null’altro per non rovinare la lama;
Ø      Rotellina con set da taglio composto di tappetino apposito e riga (ne basta una all’inizio): è fondamentale perché aiutano a imparare a prendere le misure bene, a tagliare dritte e a capire che i fili della stoffa hanno una direzione che se non impari a gestire, mentre tagli, rischi di avere pezzi storti o che “tirano” (modello rombo anziché rettangolo per capirci!) e ne risentirà anche la confezione;
Ø      Misuratore bordo: non è altro che una specie di righello con un cursore che consente di seguire e mantenere la stessa misura durante l’imbastitura e la cucitura;
Ø      Metro da sarta;
Ø      Spilli: quelli lunghi sostituiscono a volte l’imbastitura e sono più comodi perché fai più strada e ne metti meno; l’impostante è che non siano troppo grossi perché se usi stoffe leggere, tenderanno a bucare la stoffa;
Ø      Gesso da stoffa: fate attenzione non è vero che vengono via dopo l’uso. Ho notato che le matite per esempio tendono a restare perciò scegliete colori chiari;
Ø      Apriasole: di solito è in dotazione con la macchina da cucire ma se non lo comprende dovete assolutamente averne uno perché senza è una disperazione scucire gli errori senza compromettere la stoffa.

domenica 17 febbraio 2013

San Valentino ... in ritardo



Non sono una romantica e di San Valentino non mi è mai interessato nulla.
Ma oggi, con un po’ di più tempo per pensare e un po’ di maturità in più, molte cose acquistano un valore e un significato diverso. Così anche la festa di San Valentino…la festa dell’amore.
Già ma chissà perché si festeggia solo quello di coppia quando, invece, l’amore è senz’altro molto di più: sarà che sono stata così fortunata nella mia vita che ho potuto conoscere varie sfumature dell’amore …non tutte ovviamente, ma tante sì…
Quella dell’uomo che hai accanto, ogni sera, ogni mattina, nei pensieri quotidiani, di quel marito che è capace di stupirti nel bene e nel male, dicendo le cose sbagliate al momento giusto per poter poi recuperare nel migliore dei modi arricchendo la coppia di momenti inappagabili di condivisione e compassione;
quella dei tuoi figli che esauriscono le tue forze ogni giorno, ai quali ti doni con grande senso di responsabilità e con quel senso di gratuità che non hai con nessun altro nella vita;
quella delle tue sorelle di cui ti sei accorta solo quando, improvvisamente, non hanno più fatto  parte della tua quotidianità: solo allora ti sei accorta che sono una tua pertinenza, autonoma, ma pur sempre tua;
quella di tuo padre e tua madre che solo oggi, che sei genitore anche tu, ti accorgi di quanto hanno fatto per te, di quanto hai preteso dalle loro vite e che se sei ciò che sei è dipeso molto da quanto hai attinto dal loro esempio;
quella di tua nonna, quella che è stata con te, forse, più di tua madre, alla quale ti sei dedicata fino a seppellirla con i crismi di una principessa perché la voglia di ringraziarla è prevalsa al buon senso dei soldi buttati;
quella degli amici che ti hanno accompagnato in tutte le fasi della tua vita, indispensabili custodi di ciò che in quel preciso momento non puoi condividere con nessun altro, legati da quel dovere di ascoltare, custodire e mai giudicare;
quella dei ricordi dei grandi momenti della tua vita, delle tante persone che hanno contato per te, o di quelle che sono state semplicemente testimoni della tua quotidianità , dei tuoi grandi amori , delle grandi delusioni , dei grandi patimenti  per le  scelte  importanti che ti hanno portato ad essere parte di ciò che sei oggi;
quella di Dio, al quale ti rivolgi quando ti serve dare valore alla tua vita e nell’esempio del quale cerchi di prendere le scelte che ti portano di fronte all’eterno dubbio de “le cose facili” e “le cose giuste da fare”.
Se penso a tutto questo, non posso che concludere che la mia vita è stata ricca di amore, lo è ora e spero lo sarà ancora, anche se trovarmi per la prima volta di fronte alla vera cattiveria della gente non è stata per me un’esperienza facile: né  riconoscere, né accettarla e ora  superarla …
Perciò dedico a tutti questa canzone/preghiera di Venditti che riassume un po’ tutto, con le parole di una vera poesia.


Stella
Stella che cammini, nello spazio senza fine
fermati un istante solo un attimo,
ascolta i nostri cuori caduti in questo mondo
siamo in tanti ad aspettare
donaci la pace ai nostri simili
pane fresco da mangiare
proteggi i nostri sogni veri dalla vita quotidiana
e salvali dell'odio e dal dolore
noi che siamo sempre soli nel buio della notte
occhi azzurri per vedere.
Questo amore grande, grande, grande
questo cielo si rischiara in un istante
non andare via, non ci abbandonare
stella, stella mia resta sempre nel mio cuore.
Proteggi i nostri figli puri nella vita quotidiana
e salvali dall'odio e dal potere
come il primo giorno come nella fantasia
occhi azzurri per vedere.
Grande, grande, grande
questo cielo si rischiara in un istante
non andare via, lasciati cadere,
stella, stella mia resta sempre nel mio cuore.


venerdì 15 febbraio 2013

Portamollette chic






"Stendi i panni, stendi panni
bodon bodon (2V)
... asciuga, il sole l'asciuga! (2V)" ...

Questo è uno dei bams (canzoni con i gesti) che ci divertivano di più in Parrocchia: demenziale, del tutto privo di senso.
Ma ogni volta che vedo il mio portamollette




o che ne cucio di nuovi per le amiche, non posso fare a meno di cantarla tra me e me, provocandomi una grande ilarità e  permettendomi di dare leggerezza ad un momento comunque indispensabile nella vita quotidiana, soprattutto per chi, come me, ha due figli in età scolare.

Dite la verità: quanto antiestetici sono quei cestini di plastica o quei sacchetti di recupero che ci affrettiamo a nascondere quando viene qualcuno perché non si abbiano a vedere, per carità!!!????!!!!!!.
Io invece non mi preoccupo di lasciarlo in vista anche perché, come potete immaginare, il mio stendibiancheria è sempre a portata di mano e devo dire che tutti notano  il mio portamollette nato come  variante al modello "a  camicetta" ideato da Chiara di My Country Nest - mia ispiratrice per molte cose! - (www.mycountrynest.org). E' poco chic?

Nella pagina "LAUNDRY" troverete le immagini di alcune altre versioni.

sabato 2 febbraio 2013

Il tappeto di Gioia

Gioia è la mia amica di sempre, quella che ti porti dai banchi di scuola delle elementari fino al matrimonio e ai figli e...oltre.
Con lei ho condiviso concerti, vacanze al mare, delusioni e amori, con lei ho affrontato le prime curiosità, le scoperte...è l'amica che, nonostante non riesci più a sentire perchè le vostre vite sono tanto lontane per modi e tempi, c'è! E c'è come se non vi sentiste dalla sera prima... "Amico il più fico amico è chi resisterà!" E noi resistiamo ancora!!!
E poi per ironia della sorte me la trovo nelle foto di mio marito quand'era piccolo: passato e futuro insieme...Non poteva che essere così.
Lei è stata la prima a cui ho pensato per realizzare il mio vero primo progetto di cucito creativo. Ho pensato alla sua casa nuova, risistemata con le sue forze, con i suoi colori, coi suoi soli mezzi. E visto che non c'erano i tappeti nel suo bagno lilla ho pensato: glieli faccio io!
Così ho comprato:
  1.  uno straccio per lavare pavimenti (il più bianco possibile ovvero senza ricami colorati o disegni geometrici) perchè i materiali poveri danno sempre tanta soddisfazione: dai  valore a ciò che non ne ha;
  2. una stoffa di cotone in tinta unita (io ho scelto del cotone tinto in filo);
  3. dei ritagli di stoffa in fantasia in tinta per l'applicazione;
  4. carta biadesiva;
  5. ferro da stiro;
  6. filo in tinta
  7. macchina da cucire.
Ciò messo delle settimane per farglielo perchè per la mia prima volta affrontare gli angoli non è stata un'impresa facile. Ma il risultato è stato entusiasmante.


Vai su "Tappeti": troverai altre versioni. Ma ricordate: il bello è sempre la personalizzazione.