"Oggi è un giorno nuovo / che se mi passi accanto
porti via anche il dolore. / Tienimi le mani
e dammi un po' di tempo / che passerà questo rumore.
Ci sarò / e proverò ad esser vivo e più forte che mai.
Tu dammi un segno, un aiuto / un aiuto soltanto."
porti via anche il dolore. / Tienimi le mani
e dammi un po' di tempo / che passerà questo rumore.
Ci sarò / e proverò ad esser vivo e più forte che mai.
Tu dammi un segno, un aiuto / un aiuto soltanto."
(Cristiano De Andrè)
Andrea, il Barone, mi chiama venerdì e mi dice: ”Non è che ti interesserebbe vedere Cristiano De Andrè in concerto?” Eccome no!
Nel lontano 1993 comprai il suo disco che conteneva “Dietro la porta” perché mi era piaciuta tanto l'omonima canzone portata a San Remo e perché la sua faccia mi raccontava una storia.
Che bella sensazione: andare in compagnia ad un concerto, con la pioggia…quanto tempo.
Ecco le 21.30 si abbassano le luci e parte la musica.
L’emozione parte a mille…l’unico disagio è che non ho mai ascoltato un concerto seduta…
E invece è tutto ciò che non ti puoi immaginare:
© tripudio di luci colorate degne del miglior concerto rock: dal rosso fuoco tanto da sembrare sangue, a volte azzurro come il cielo, a volte verde smeraldo come l’erba e a volta bianco…ghiaccio…e i fasci di luci sembravano trafiggere, come coltelli taglienti, la figura di questo ragazzotto piegato nelle sue spalle sopra il pianoforte;
© la voce intonata, calda, rauca di fumo che ti entra nel cuore, soprattutto quando si apre al pubblico con parole melanconiche, di chi vede le sfumature della vita;
© un rock elegante, impegnato, di parole importanti: abbiamo cantato, ballato (sulle sedie), sussultato.
Suono, luci, melodie, strumenti…tutto era così perfettamente armonioso, canzone per canzone.
Poi finalmente prendiamo coraggio e alla fine dell’ultima canzone ci portiamo sotto il palco per vederci da vicino, per ringraziarlo del grande spettacolo, per farci dedicare un bis…e vedi lo stupore, quasi l’imbarazzo sul suo volto…
Ho sentito un musicista vero, di spessore (non avete un’idea della quantità di strumenti che ha suonato, persino uno, straordinario, a corde, arabo), un cantante dall’orecchio sopraffino che modula la voce come il violino che suona; uno spettacolo intenso che mi ha sospeso soprattutto per il primo tempo, e non smetto di pensare: ”questo ragazzo ne ha di cose da dire!”
Ho visto famiglie intere, con bambini addormentati sulle sedie, una bimba di 5 anni aspettare l’autografo con gli occhi pesti di sonno ma arrabbiata perché la mamma la vuole portare a casa (avevano circa 1 ora e mezza per rientrare!!!!!!!!!!!!). Ho visto un padre ed un figlio di 17 anni che si abbracciano per cantare, gioire insieme, felici ed emozionati allo stesso modo…che ironia un padre ed un figlio…
Ho sentito un figlio ringraziare una madre che in nome del rapporto tra lui ed il padre, non ha denunciato le violenze, consentendogli di vivere la “poesia” di questo padre, uomo “sbagliato” lui perchè alterato dall’alcool; ho visto un uomo fragile, confuso dal suo troppo sentire, dal suo troppo vedere…allo stesso tempo sua fortuna e sua disgrazia. Sì perché le parole e le musiche che ho sentito mi hanno toccato il cuore e forse avvicinato a lui, alla sua tristezza, alla sua delusione...sicuramente alla sua musica.
Che concerto!!!
Auguri uomo fragile: perché tu possa trovare sempre più Cristiano e sempre meno De Andrè.