Adoro quei
libri che ti prendono lo stomaco o ancor più giù, nei quali ti tuffi con tutta
la testa, il cuore fino a provare sentimenti che hai sopito, a volte dimenticato
o magari neanche mai vissuto… Quante volte mi è capitato sorprendermi piangere
o ridere o compiacermi ripetendomi frasi così belle che mi sembra di ritrovarle
dentro me come fossero state mie da sempre.
Pasolini, Fallaci, Mazzantini, Busi,
Joanne Harris tra i miei preferiti ma anche Corrado Augias, Ammaniti.
Quest’anno la new entry Khaled Hosseini e la sua trilogia. In realtà, tanto per
non smentirmi sono partita dall’ultimo “E l’eco rispose” per poi leggere “Mille
splendidi soli”.
Con il primo ho ritrovato il
gusto di leggere per farsi una domanda, per trovare spunto per un’indagine
interiore, darsi una risposta. Le mille sfumature dei rapporti tra le persone,
tra genitori e i figli, tra fratelli, le conseguenze, anche involontarie, delle
proprie scelte, la risposta degli altri, l’attesa, la frustrazione, la
delusione e ancor di più.
Un bel libro, dove il contesto serve solo ad accentuare
la drammaticità, l’assurdità e la forza della vita, dove si dà spazio alla
diversità del vivere una stessa situazione:
“Tu dici che sentivi una presenza, io invece intuivo soltanto un’assenza”.
Ma soprattutto ha preso voce ciò in cui
ho sempre creduto; Hosseini lo esprime così:
“Non ci si pente mai dell’attenzione che diamo agli altri. Se uno si
comporta così, da vecchio non dovrà rimproverarsi di non essere stato
sufficientemente buono con qualcuno”.
"Mille splendidi soli" invece mi ha
fatto arrabbiare, da donna libera, odiare quella cultura, quella accettazione /rinuncia per poter continuare, per poter vivere.
“Una
sola abilità: il tahamul. La sopportazione.” dirà una ragazza-madre
alla propria figlia harami (bastarda) quando quest’ultima le chiederà di poter
avere un’istruzione. A sua figlia!!!
Qui l’Afghanistan e tutta la sua cultura contraddittoria,
la religione, la guerra, la morte, la crudeltà sono imprescindibili dalla
storia e dal sua sviluppo fino al suo epilogo.
E’ stato difficile leggerlo,
impossibile accettarlo come verosimile, tanto che ho rinunciato a leggere il terzo (sarebbe il primo) perchè si stava scatenando in me un vero e proprio odio razziale.
Per due giorni non ho potuto leggere altro se
non cose frivole e leggere; così ho girato lo sguardo da un’altra parte e mi sono
sentita fortunata di essere libera di poter scegliere.
Baci
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